Eloro
L’Area Archeologica di Eloro
Questa Area Archeologica è la più grande del Distretto di Eloro da cui infatti lo stesso prende il nome. Eloro era colonia greca a sud di Siracusa, di cui si hanno poche notizie prima del periodo Romano. Era sicuramente un importante snodo commerciale, il punto di riferimento per i villaggi che poi sarebbero diventati le città del Distretto: Rosolini, Noto, Pachino, Portopalo e Avola.
Una storia antica che pare inizi nel VIII secolo a.C; fondata da coloni corinzi, gli stessi che fondarono Siracusa nasce sulla direttrice di quella che poi fu chiamata”via Elorina”, che metteva in comunicazione le colonie greche di Siracusa, Kamarina e Gela, passando da Eloro per l’appunto.
Breve Storia di Eloro
Due importanti battaglie testimoniate pare si siano svolte su questo territorio: Ippocrate, il tiranno di Gela, sconfisse in battaglia nel 493 a.C. le forze siracusane nei pressi del fiume Tellaro, mentre nel corso della guerra del Peloponneso gli Ateniesi furono sconfitti nel 413 a.C. Nel 263 a.C. dai Siracusani in una delle battaglie più famose del periodo greco.
Poi fece parte dei possessi riconosciuti dai Romani a Gerone II di Siracusa nel 213 a.C. Fu quindi conquistata dai Romani, guidati dal console Claudio Marcello, nel 214 a.C. La città rimase fiorente anche in epoca bizantina, ma venne quasi completamente distrutta con l’arrivo degli Arabi. Le mura urbane, datate da Paolo Orsi al V secolo a.C. e successivamente attribuite invece al VI secolo a.C. nella loro fase originaria, furono in seguito ricostruite sopra i resti di quelle più antiche, forse nella seconda metà del IV secolo a.C..
A sud-est, una torre medioevale “Torre Stampace” venne costruita nel 1353 da Blasco Alagona, agli ordini di Pietro d’Aragona, per la difesa della costa: la torre poggia sui resti di una fortezza, citata da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C.. Il santuario più importante si trovava all’esterno delle mura: era dedicato a Demetra e Kore e riprende forse un più antico culto indigeno siculo. Si trovava all’esterno delle mura ed era costituito da diversi ambienti. Il primo impianto risale al VI secolo a.C., ma venne utilizzato fino al III secolo a.C., come testimoniano gli ex voto conservati nel Museo archeologico di Noto. Successivamente il santuario venne trasferito all’interno della città come piccolo tempio in antis e circondato da un porticato stoà a tre bracci, dorico in facciata e a due navate. Il porticato era connesso anche con l’agorà, di cui restano visibili solo le cisterne scavate nella roccia per raccogliere l’acqua piovana. Dalla piazza una via si dirigeva verso il mare a sud-est: insieme ad un’altra via in senso nord-sud definiva gli assi della struttura urbanistica della città. Un santuario dedicato al dio Asclepio Asklepios in greco ed Esculapio – Aesculapius in latino, del IV secolo a.C., era costituito da un cortile circondato da portici, dove gli ammalati sostavano e dormivano in attesa della visita in sogno del dio, che avrebbe portato alla guarigione. Nei pressi sorgeva un piccolo thesauròs, ossia un edificio a forma di piccolo tempio in antis, destinato ad ospitare le offerte votive e datato alla seconda metà del IV secolo. Verso sud, sulle pendici della collina, si trova un teatro greco, in parte scavato nella roccia e in parte costruito, risalente alla fine del IV – inizi del III secolo a.C., in parte intaccato da un canale di bonifica realizzato negli anni trenta. A nord-ovest si trovava la Colonna Pizzuta, un monumento funerario, costituito da una colossale colonna in rocchi di pietra calcarea diametro di 3,80 m e altezza ricostruibile in circa 10 m. Nei pressi si trova un ipogeo scavato nella roccia, databile alla seconda metà del III secolo a.C., già visto negli scavi di Paolo Orsi nel 1899 e successivamente reinterrato. Le quattro necropoli cittadine distinte dagli studiosi moderni con le prime lettere dell’alfabeto erano situate sul terrazzo roccioso a nord dell’abitato.
Coordinate: 36.842698, 15.104779
No Comments